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Messaggio di avviso

 

Il Resto del Carlino propone  in tutte le sue edizioni locali il Campionato di giornalismo,

riservato a tutti gli studenti delle scuole medie inferiori di Emilia Romagna, Marche e Rovigo.

L'obiettivo è di far conoscere meglio il quotidiano, attraverso un vero e proprio “viaggio”

che consenta di imparare ad usarlo come strumento di conoscenze nuove e di analisi.

Oggi i giovani chiedono di essere maggiormente informati ma si trovano di fronte ad una sovrabbondanza di offerta mediatica,

in cui l'invadenza televisiva e gli stessi “social network” lasciano ben poco spazio alla riflessione e all'indagine e, a volte,

ingenerano disorientamento. Il quotidiano - pur nella diversità di opinioni e di linguaggi – rappresenta ancora lo strumento decisivo

per approfondire e per interpretare i fatti, per entrare nel vivo della realtà che circonda ciascuno di noi,

per stimolare il dialogo all'interno delle nuove generazioni e fra giovani e i“mondi” in cui vivono,a cominciare dalla famiglia e dalla scuola.

E' il senso del progetto sviluppato ormai da molti anni in sinergia tra le istituzioni scolastiche e il Resto del Carlino:

gli studenti diventano protagonisti di una stimolante fase di approfondimento attraverso la lettura e la scrittura,

mentre gli insegnanti sperimentano nuovi percorsi didattici interdisciplinari.

L'obiettivo finale è quello di far avvicinare gli studenti alla “fabbrica” delle notizie, da protagonisti oltre che da lettori attenti.

Sono loro infatti, assieme ai “prof”, gli attori di questo viaggio dentro il quotidiano, sono loro che discutono, decidono e scrivono sul giornale.

COME FUNZIONA IL CAMPIONATO

I ragazzi sono chiamati a “creare” un’intera pagina di giornale, con tanto di titoli e foto.

Se vorranno, potranno produrre per il web anche materiali multimediali.

Sotto la guida del docente-tutor i “cronisti in classe” acuiranno il loro spirito critico

e si avvicineranno in modo divertente al mondo dell’informazione.

 

shoah

I GIOVANI E LA SHOAH:

 IL NOSTRO FLASH MOB PREMIATO DALLA REGIONE

Il 27 Gennaio è vicino!

‘Giorno della Memoria’ che celebra l’apertura dei cancelli di Aushwitz nel ’45 ma anche commemorazione delle vittime del nazismo e di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati.                                       

Ricordare significa rompere l'indifferenza; la memoria è necessaria perché gli orrori del passato non debbano più ripetersi in una società civile. Il passato è tornato a farsi sentire con forza  in occasione della morte di Priebke, ex ufficiale delle SS e artefice dell'eccidio delle fosse Ardeatine il 24 Marzo del 1944.                                                                                                               

 Il nostro percorso della memoria è iniziato con la lettura in classe del libro di Fred Uhlman "L'Amico ritrovato" che tratta l'amicizia tra due ragazzi, Konradin di famiglia nobile tedesca e Hans di origine ebrea.

Amicizia che, purtroppo, si interrompe a causa delle leggi razziali del 1938.

Grazie alla collaborazione dell’Istituto di Storia Contemporanea  “Ugo Toria” abbiamo potuto visitare il Campo di prigionia di Servigliano e una mostra dedicata ad Anne Frank.

Le nostre ricerche ci hanno portato a conoscere l’esperienza di Gino Bartali, campione di ciclismo ma anche nella vita, che ha salvato 800 ebrei procurando loro documenti falsi che nascondeva sotto la sella; per questo è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni”.

Abbiamo anche conosciuto la storia dei coniugi Brutti di Amandola, riconosciuti ‘Giusti’ dallo Yad Vashem.

Nella consapevolezza della inevitabile scomparsa degli ultimi testimoni, ma anche dei colpevoli responsabili dello sterminio degli ebrei, abbiamo aderito al Concorso ‘I GIOVANI RICORDANO LA SHOAH’ indetto dal Ministero dell'Istruzione e della Ricerca con l'Unione delle Comunità ebraiche italiane.

Di fronte al dilagare del fenomeno negazionista che vive e si alimenta sempre più sul web, ci veniva chiesto di costruire, con i recenti strumenti tecnologici, un percorso della memoria (una campagna interattiva, uno spot…) per spiegare e raccontare ai coetanei che provengono da realtà culturali e storiche differenti, cosa è stata la Shoah.

A questo proposito, le classi terze della D'Azeglio hanno dato vita, nei giardini del Palazzo dell'Arengo, ad un FLASH MOB: sulle note del 'Nabucco' e a passi di danza, gli studenti hanno mostrato le braccia con incisa la data del 27 gennaio.

Al flash mob hanno preso parte anche gli alunni della Primaria dell'ISC Ascoli Centro-D'Azeglio proprio a significare l'invito a non dimenticare, rivolto alle generazioni più giovani.

Il nostro lavoro è risultato vincente nella Fase Regionale ora non resta che aspettare il risultato della Commissione Nazionale

e sperare di essere ricevuti dal Presidente della Repubblica proprio il 27 gennaio!         

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comenius

INTERVISTA a BIANCA e MANUEL protagonisti del COMENIUS

D Bianca e Manuel ci raccontate come è stata la vostra esperienza in Polonia, a Chybie?

R. Bianca:l’esperienza del progetto “Comenius”  è stata per me una sorpresa che non mi aspettavo di vivere. È stata sicuramente bella ed emozionante.   

Manuel: io ho avuto un po’ di paura visto che non conoscevo nessuno ed era la prima volta che viaggiavo da solo,in aereo, all’estero.

D. Cosa sapete dirci sul progetto Comenius? Quali Paesi hanno partecipato?

Bianca: E’ un progetto dell’Unione Europea  dal titolo ‘MY DIGITAL FRIENDS’ a cui le classi Prime della D’Azeglio hanno aderito insieme alle classi 5^ della  Primaria. I Paesi partners sono la Turchia, l’Estonia, l’Inghilterra, la Polonia e l’Italia. Dal 3 al 10 Novembre scorso, siamo stati ospiti delle famiglie locali.  

Manuel:  Ci hanno accolto benissimo: si sono dimostrati generosi e socievoli. Insomma, era come se fossi a casa mia.

D. Quali attività avete svolto con gli altri studenti?

Manuel: Il primo giorno ci siamo riposati, mentre gli altri giorni abbiamo svolto tante attività fra cui quella di visitare  le miniere di sale e Cracovia, davvero molto bella. Abbiamo assistito, però, anche a lezioni in lingua polacca, come quella di geografia e di scienze.

Bianca: In altri momenti  abbiamo giocato. A ricreazione  abbiamo praticato giochi tipici polacchi da tavolo. Abbiamo anche dovuto allestire uno stand dove ogni Paese doveva presentare oggetti e tradizioni proprie.

D. Come facevate a capirvi?

Manuel: E’ stato bello conoscere ragazzi delle Nazioni partecipanti; comunicavamo molto con l’inglese e quando non riuscivamo a capirci, gesticolavamo e alla fine tra una risata e l’altra, l’amicizia iniziava!

Bianca: Io cercavo di insegnar loro un po’ di italiano e loro mi davano lezioni di polacco  con parole importanti per la vita quotidiana.....ci capivamo a fatica, ma ci capivamo! L’appuntamento per rivederci tutti sarà nel febbraio 2015 quando toccherà alla nostra scuola  ospitare!

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A SCUOLA DI SOLIDARIETA’

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio e tutti gli animali stavano scappando. Ad un tratto il leone, che è il re della foresta, vide che volava un piccolo colibrì, proprio in direzione dell’incendio. Allora il leone preoccupato, fermò l’uccellino per fargli cambiare direzione, ma con somma meraviglia, il colibrì rispose che stava andando a spegnere l’incendio. Il leone, sempre più meravigliato, gli rispose che era impossibile spegnere l’incendio con la goccia d’acqua che portava nel becco. Allora il colibrì, sempre più deciso, disse al re della foresta: “ Io faccio la mia parte”.

Tutti noi dobbiamo essere dei colibrì che accolgono ed attuano l’invito di Papa Francesco:” Dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinchè questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo”.

Le vicende umane sono cosparse di sofferenze ma proprio in quelle occasioni si può avere la piacevole scoperta di quante persone  nel mondo hanno il piacere di aiutare gli altri.

Anche noi della D’Azeglio cerchiamo di fare la nostra parte e ogni anno, in occasione del Natale, organizziamo una ‘pesca di beneficenza’ per raccogliere fondi da destinare alla nostra ormai amica Irene Naoya, cattolica sudanese del Sud Sudan, che vive e lavora a Roma.                                                                                                   Il nostro aiuto le consente di non far mancare il necessario e la frequenza scolastica a 175 bambini e ragazzi sudanesi, che vivono profughi in Kenia. Irene, che abbiamo incontrato personalmente, ci ha trasmesso la sua forte spiritualità,  la sua carica e la sua forza interiore che la spingono a voler realizzare il sogno, che lei considera la missione affidatale da Dio: riportare a casa, nella loro Terra tutti i bambini della sua grande famiglia.

 

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