La classe III della Scuola Primaria di San Domenico ha partecipato al concorso "Alla ricerca delle tradizioni perdute" promosso dall'Associazione BIM Tronto.
Gli alunni hanno intervistato le nonne Rina, Emma e Vittoria e zia Gianna che hanno raccontato dell'usanza delle "Chemmari da fiore ", molto in voga durante la loro adolescenza. I bambini poi hanno approfondito le informazioni raccolte, confrontandole con i dati presenti nel libro di S. Balena "Folklore del Piceno" e nel sito Wikiliva .
Ma cos'è la "CHEMMARE DA FIORE"?
Ci si sceglieva per simpatia, per affetto e la frase che si ripeteva era
Se si trattava di un uomo la formula era la stessa ma si diceva: “Chembare miè”.
Il patto di amicizia veniva stretto il 24 giugno, giorno di S. Giovanni,
anche se l’intenzione di questo patto veniva manifestata qualche giorno prima.
Chi dava l’amicizia regalava “lu ramitte”, un ramoscello con fiori di sambuco, o rosa selvatica o una spiga di lavanda.
“Lu ramitte” era accompagnato da un santino e avvolto con foglie di felci.
Di solito “lu ramitte” non si dava personalmente, ma si mandava un fratello o una sorella più piccola.
Questo, arrivato a casa del destinatario bussava e diceva
“Quiste è lu ramitte che te manna…”.
A questo punto
.
"Chëmmarë, chëmmarë të sò
quannë dë scì, quannë dë no;
Së më dà nu ccò dë pa,
semprë chëmmarë të vogghië chiamà"
I bambini hanno confrontato l'amicizia antica e reale delle "Chemmari da fiore " con quella virtuale e attuale di Facebook
ponendosi e ponendoci questa domanda:
"Secondo voi qual è la più bella?"